Il Filtro Antiparticolato
Il filtro antiparticolato inserito nell'impianto di scarico ed integrato con la marmitta catalitica, è costituito da un supporto monolitico a base di carburo di silicio poroso ed ha la funzione di ridurre a meno di un millesimo la quantità di particolato (PM10) emesso.
E'da considerarsi un vero e proprio filtro meccanico, costituito da una serie di canali sulle cui superfici viene intrappolato il particolato, mentre i gas di scarico ne attraversano le pareti porose.
I Filtri Antiparticolato agiscono come delle vere e proprie "trappole meccaniche" dove le polveri vengono -appunto- "intrappolate": per tale ragione, necessitano di una pulizia periodica (i canali "trappola" si intasano, si riempiono di particolato). Tale pulizia prende il nome di RIGENERAZIONE ATTIVA. La rigenerazione è definibile come "il processo di combustione del particolato presente all’interno del filtro". Tale processo, avviene in media ogni 800/1000 Km (anche se non sono da escludere intervalli inferiori ai 400 km per utilizzi particolarmente gravosi del veicolo).
Le tipologie di Filtro Antiparticolato, sono fondamentalmente due: FAP o DPF e non si distinguono esclusivamente per il nome, ma anche per la loro struttura e per il loro funzionamento. La differenza maggiore, risiede fondamentalmente nella diversa strategia di rigenerazione attiva.
La tua auto è dotata di un dispositivo
Quando un Filtro FAP o DPF si intasa, la rigenerazione attiva non è più permessa. Questo accade principalmente a causa dell'utilizzo del veicolo per brevi distanze, in cui non è possibile raggiungere la temperatura ottimale per innescare la rigenerazione attiva.
Un utilizzo del veicolo con filtro intasato può provocare gravi danni al motore.
Nell'immagine a sinitra riepiloghiamo in breve l'iter di controlli da eseguire in caso di problematiche relative al sistema antiparticolato, e le soluzioni da noi consigliate.
Nelle sezioni dedicate in alto, troverete i dettagli di tutti i nostri interventi relativamente alle problematiche FAP/Dpf.